Sinossi dei documentari in gara
The Night Between Ali and I
di Nadia Hotait, Laila Hotait|Spagna 2016|10’
(arabo, sottotitoli inglese) Quattro giovani del Movimento rivoluzionario socialista libanese entrano in una banca di Beirut e chiedono il rilascio di alcuni prigionieri politici e 10 milioni di dollari per la lotta contro l’imperialismo nella regione. Il film, dando voce a uno degli assalitori e alla sorella del loro capo, racconta la storia di quella notte e come l’interazione tra ostaggi e guerriglieri si sarebbe potuta trasformare in una coreografia di dabka. |
Ahmed and Deeb
di Marah Zoubi|Palestina 2016|5’
(arabo/inglese, sottotitoli inglese) Marah raccoglie i dettagli della vita quotidiana e corre con la memoria a un passato remoto, agli attimi che hanno distrutto genti, terre, pianeti e cieli, nel frenetico tentativo di scoprire la verità su una storia ormai lontana ma profondamente radicata nei discorsi familiari. La storia del nonno Ahmad che cerca il fratello Deeb, scomparso nel 1948 e mai più ritrovato. Marah rievoca questo passato con l’aspirazione a inglobarlo nel presente e con l’auspicio che l’eventuale separazione dalla sorella abbia il colore e il profumo delle arance. |
Looming Death
di Emtyaz Zoubi|Palestina 2018|13’
(arabo, sottotitoli italiano) Il film documenta un fatto accaduto nella scuola elementare di Qutaiba Sawafta e mostra le conseguenze dell’esplosione di una bomba al fosforo lanciata dagli israeliani, che semina ovunque distruzione e comporta, oltre ai danni materiali, pesanti ripercussioni psicologiche sui bambini della scuola e le loro famiglie. |
Ya Omri (104 Wrinkles)
di Hady Zaccak| Libano 2017|82’
(arabo, sottotitoli italiano) Hady Zaccak segue la nonna Henriette, mentre invecchia, oltrepassa il traguardo del centenario e raggiunge i 104 anni. Il regista mette in luce la trasformazione della sua memoria, nel seguire il corso delle migrazioni dal Libano al Brasile, degli interessi, delle storie d’amore, dei bambini di Henriette, e di un tempo sospeso, consegnandoci il quadro di un’epoca. Ya Omri è un viaggio sull’invecchiamento, la memoria e la vita. |
I Signed the Petition
di Mahdi Fleifel|Regno Unito/Germania/Svizzera|2018|11’
(inglese, sottotitoli italiano) Un palestinese firma una petizione online e cade immediatamente in una spirale d’incertezza che lo porta a un allarmante stato d’angoscia. Nel corso di una conversazione con un amico fidato, analizza, decostruisce e interpreta il significato della sua scelta di sostenere pubblicamente il boicottaggio culturale di Israele. |
Farming Under Fire in Gaza
di Matthew Cassel|Palestina 2018|10’
(arabo, sottotitoli inglese) Amr Samour e Ahmed al-Shami escono alle 2:30 del mattino per raggiungere i campi non lontani da Khan Younis, nella parte orientale della Striscia di Gaza. Verso le 4, hanno già riempito un certo numero di cassette di prezzemolo, quando i proiettili esplosivi, sparati a più riprese dalle postazioni israeliane, li raggiungono e uccidono Samour. Israele definirà i due amici ‘uomini impegnati in attività sospette vicino al confine con Gaza’. La violenza delle forze d’occupazione nei confronti dei contadini, paragonabile a quella esercitata dai cecchini contro i manifestanti nella Grande Marcia del Ritorno, rende l’agricoltura una delle professioni più pericolose. Ma, nonostante le pressioni economiche, il blocco e il fuoco israeliano, i contadini palestinesi continuano a passare le loro giornate nei campi. |
Razan
di Hannah e Iyad Alasttal|Palestina 2018|30’
(arabo, sottotitoli italiano) Il film ci guida nella casa e nel quartiere di Razan El-Najjar e, dando voce alla madre, alla famiglia e ai colleghi, racconta la vita e i sogni di una giovane donna, uccisa il 1° giugno 2018 da un cecchino dell’esercito israeliano, mentre presta soccorso come volontaria ai manifestanti feriti durante la Grande Marcia del Ritorno, al confine orientale di Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. |
Five Minutes
di Ahmed Nasser Barghouti|Palestina 2018|26’
(arabo, sottotitoli italiano) Nel corso delle operazioni contro Gaza del 2014, l’esercito israeliano ha dato ad alcune famiglie di civili cinque minuti di tempo, prima d’iniziare a bombardare le loro case con gli F16. Il film racconta i casi di tre di queste famiglie. Come hanno ricevuto l’allarme, chi era in casa, cos’hanno fatto in quei cinque minuti e dove sono finiti dopo la puntuale esecuzione della minaccia. |
From Under the Rubble
di Anne Tsoulis|Egitto 2017|85’
(arabo, sottotitoli italiano) Amal Samouni, un bambino di otto anni, viveva con la madre, il padre e otto fratelli, alla periferia di Gaza City, quando Israele ha invaso Gaza nel gennaio 2009. Il padre di Amal sentì bussare alla porta, andò ad aprire e fu colpito dai soldati israeliani. Alla madre, Zeinat Samouni, diedero l’ordine di lasciare la casa con |
Men on Hold
di Carol Mansour|Libano 2018|45’
(arabo, sottotitoli italiano) Men on Hold mette in luce questioni finora trascurate e porta l’attenzione sugli effetti psicologici e sociali della guerra e dell’esodo, che non colpiscono solo l’individuo ma hanno gravi ripercussioni sulle famiglie e la comunità. Tra i siriani fuggiti dalla guerra e ora rifugiati in Libano, molti lamentano condizioni di stress estremo. Non hanno niente da fare, hanno perso la loro terra, i parenti, il lavoro, gli averi, la serenità. Hanno dovuto rinunciare ai tradizionali ruoli di genere, come “fornitori” e “protettori” delle loro famiglie, e si sentono impotenti e improduttivi. |
Omar
di Marco Mario De Notaris e Luca Taiuti|
Italia 2018| 43’ (italiano) Il film propone un ritratto di Omar Suleiman, un palestinese arrivato in Italia negli anni Settanta e trapiantato a Napoli, sua città d’adozione, dove possiede un ristorante, promuove eventi culturali e ha vissuto un’incredibile vita da barista e da chef (il primo chef arabo a Napoli) mai disgiunta dall’impegno politico per i diritti del popolo palestinese. |
Cuatro Colores
di Aldo Guerrero|Cile/Palestina 2017|65’
(spagnolo/inglese/arabo, sottotitoli italiano) Da Santiago a Betlemme. Dagli stadi cileni ai campi profughi palestinesi. Cuatro Colores comprende 100 anni di storia che collegano i momenti salienti del Club Deportivo Palestino (Palestino Soccer Club) con momenti chiave del processo di occupazione della Palestina da parte di Israele. Cuatro Colores racconta in maniera insolita un’enorme ingiustizia e un dramma umano ancora irrisolto e come, tuttavia, il Club Deportivo Palestino sia riuscito a fondare, per i suoi tifosi in Palestina, una patria a 13.000 km di distanza. |
Mirrors of Diaspora
di Kasim Abid|Iraq/Regno Unito 2018|88’
(arabo, sottotitoli italiano) Nel quindicesimo anniversario dell’invasione dell’Iraq, Mirrors of Diaspora esplora i temi dell’esilio, della creatività artistica, dell’identità e della guerra, attraverso le vite di sette artisti iracheni che vivono fuori dal loro paese da quasi mezzo secolo e fanno parte del gruppo “Artisti iracheni in esilio”. Il documentario, realizzato in tre decenni, esamina le loro sfide, fallimenti e successi, sia come artisti che come privati cittadini: dagli anni Settanta, gli anni del diploma alla scuola d’arte, lavorando come artisti di strada nelle piazze di Roma e Firenze, alla notorietà. Il film pone una semplice essenziale domanda: quali sono le conseguenze del trascorrere la maggior parte della propria vita in esilio? Di fronte a una migrazione globale senza precedenti e alle tragiche notizie, riportate ogni giorno dai media internazionali, Mirrors of Diaspora dà un notevole contributo alla comprensione di uno dei problemi più gravi del nostro tempo. |
Six Years Old Needs the Mother
di Tommaso Mannoni | Italia 2018 | 12’
(inglese, sottotitoli italiano) “Un bambino di sei anni ha bisogno della madre”, ripete in continuazione Nour Al Alwan, una trentenne siriana fuggita dalla guerra con la figlia di dieci anni e approdata a Cagliari, dopo un fortunoso viaggio attraverso l’Europa, nel disperato tentativo di arrivare a Londra e raggiungere il figlio affidato tre anni prima alla zia per salvargli la vita. |
Fishless Sea
di Samer Qatta e Almalik Abusidu|Palestina 2017|51’
(arabo, sottotitoli italiano) Il film invita lo spettatore a salire sulla barca di Abu Ala per comprendere le difficoltà della vita in mare. Abu Ala fa il pescatore da oltre quarant’anni e vorrebbe lasciare in eredità il suo mestiere ai figli. Loro lo seguono ma iniziano a sentire il peso d’essere i primi a finire nelle reti. La Striscia di Gaza ospita due milioni di persone che, tra il conflitto e l’embargo, lottano per guadagnarsi da vivere e i pescatori, chiusi in un lembo di mare sempre più stretto, sono bersagliati ogni giorno dalla marina israeliana. |
Visitation
di Noor Abu Ghaniah|Palestina 2017|12’
(arabo, sottotitoli italiano) Le famiglie dei prigionieri palestinesi si svegliano prima dell’alba e si affidano ai mezzi della Croce Rossa Internazionale per visitare familiari e parenti detenuti nelle carceri israeliane. Non mancano le difficoltà e una certa apprensione sull’esito del viaggio che, con vari pretesti, spesso non va a buon fine. |
Lost Time
di Mustafa Alnabih | Qatar 2016 | 47’
(arabo, sottotitoli inglese) Lost Time racconta le storie coinvolgenti dei palestinesi segregati nelle prigioni israeliane e mostra gli effetti della lunga carcerazione sui detenuti e sulle loro famiglie. |
State of Siege (Golan Heights)
di Wassim Safadi|Siria 2018|40’
(arabo, sottotitoli inglese) Nel 1967, la conquista israeliana delle alture del Golan, ha costretto 120mila residenti a tornare in Siria e, con l’annessione ufficiale, solo 677 dei 20mila drusi, che potevano averla, hanno scelto la cittadinanza israeliana. Agli altri è stato riconosciuto lo status di residenti stabili ma, fedeli alla terra e non al paese che la governa, considerano la Siria la loro patria. Oggi, 20 mila drusi siriani vivono sulle alture del Golan insieme a 20 mila ebrei. La guerra in Siria, le pressioni d’Israele, l’impossibilità d’incontrare le famiglie, la discriminazione tra residenti drusi e residenti ebrei, la crisi economia e la minaccia all’agricoltura e alla fauna della regione, per la rapina dell’acqua a vantaggio delle terre agricole del Kibbutzim (è il caso del lago “Ram”), peggiorano i rapporti della comunità drusa col governo israeliano. Il racconto della situazione problematica dei drusi siriani che vivono sulle alture del Golan è affidato soprattutto alle voci degli abitanti di Majdal Shams, il villaggio del regista Wassim Safadi. |
Beyond the Frontlines: Tales of Resistance and Resilience
di Alexandra Dols|Francia 2017|113’
(francese/arabo/inglese, sottotitoli in italiano) Il documentario Beyond the Frontlines ci conferma che la colonizzazione non si esprime solo nell’occupazione di terra, case, cielo o acqua, non cerca d’imporre il suo dominio solo con le armi, ma è colonizzazione quotidiana delle mente, oltre la prima linea. La psichiatra e scrittrice palestinese Dott.ssa Samah Jabr, seguace di Frantz Fanon, si assume il compito di guidarci alla scoperta delle strategie psicologiche dell’occupazione israeliana, dei suoi effetti e di come i palestinesi imparino ad affrontarli. Donne e uomini che hanno identità, religioni, orientamenti sessuali, culture politiche, estrazione sociale e origini geografiche diverse, condividono le loro storie di resistenza e resilienza. Il film tesse questo coro di voci con interviste, articoli, e fughe poetiche che evocano la dimensione invisibile delle strade e dei paesaggi palestinesi. |
Palestine Underground
di Jessica Kelly|Palestina/Regno Unito 2018|27’
(arabo/inglese, sottotitoli italiano) Palestine Underground mostra come gli artisti palestinesi siano capaci di abbattere steccati e costruire ponti sopra la barriera dell’apartheid, in una regione attraversata da conflitti storici. Il film segue l’esempio del collettivo palestinese Jazar Krew, che ha la sua base a Haifa ma riesce a collaborare con gli altri DJ, rapper e produttori di Ramallah, nonostante le vessazioni che questi gruppi subiscono sia da parte degli israeliani che dell’Autorità Palestinese. |
Home Bus
di Hamada K. Hamada|Palestina 2018|8’
(arabo, sottotitoli inglese) La gerosolimita Anam al-Shweiki si rifiuta di lasciare la sua terra e vive in un autobus che ha portato davanti alle rovine della sua casa, demolita 17 anni prima dalle forze dell’occupazione. La donna vaga tra le macerie e rievoca il tempo passato tra quelle mura. Poi afferra un pugno di terra e dice: “Questa vale tutti i tesori del mondo”. |
Leaving Syria
di Yara Atz|Svizzera 2017|30’
(arabo/inglese/francese, sottotitoli italiano) Dopo aver vissuto qualche anno di guerra nel loro paese, un gruppo di giovani siriani decide di lasciare il Medio Oriente per cercare di raggiungere l’Europa. L’amicizia che li lega e la passione comune per la musica accompagna e sostiene ogni passo del loro lungo viaggio. |
Journey of Waves
di Linda Paganelli|Germania 2018|6’
(arabo, sottotitoli inglese) Wesam, nato e cresciuto nella Striscia di Gaza in un campo profughi, riesce a frequentare l’università in Egitto, dove scopre un mondo e una prospettiva diversa e vede crescere la distanza dalla famiglia e dagli amici, che hanno considerato non patriottici il suo rifiuto della resistenza armata e la sua partenza. Finiti gli studi, data l’impossibilità di ottenere la residenza egiziana e i visti necessari per lavorare in una compagnia americana, intraprende il viaggio verso l’Europa e la libertà: i trafficanti derubano i passeggeri, il motore della barca smette di funzionare e tutti restano per giorni in balia delle onde, fino all’arrivo di una nave della marina egiziana che li porta in salvo. Ma i militari liberano i trafficanti e riportano Wesam a Gaza. |
The Tank and the Olive Tree. Another Story of Palestine
di Nurier Roland|Francia 2018|100’
(francese, sottotitoli italiano) Char e Olivier rievocano una serie di avvenimenti e fanno luce sulla storia della Palestina (e ciò che i media chiamano conflitto israelo-palestinese), dalle sue origini ai giorni nostri. “Impara dal passato per capire il presente!” è, in buona sostanza, il loro motto. Il film raccoglie analisi geopolitiche, interviste a esperti internazionali, testimonianze di storici, cittadini palestinesi e francesi, accompagnate da immagini riprese nei territori palestinesi occupati e nella Striscia di Gaza. Char e Olivier vorrebbero catturare l’interessare di tutti coloro che la durata del conflitto ha scoraggiato, e vorrebbero non sentirsi più dire “Non capisco niente!”. Con questo film, sono riusciti, in ogni caso, a offrire chiavi di lettura e a liberare la mente da molti cliché. |
Broken. A Palestinian Journey Through International Law
di Mohammed Alatar|Palestina/Svizzera 2018|52’
(inglese, sottotitoli italiano) Nel 2002, il governo israeliano iniziò in Cisgiordania, sul lato palestinese della “Linea verde”, la costruzione di un muro lungo 700 km. Due anni dopo, la Corte internazionale di giustizia dell’Aia dichiarò illegale la costruzione del muro all’interno del territorio palestinese occupato. I palestinesi e molti altri nella comunità internazionale hanno visto nell’opinione della Corte una svolta nell’annosa questione della Palestina. A oltre 14 anni di distanza, Israele non ha mai rinunciato al muro, due volte più alto e quattro volte più lungo del muro di Berlino, né ha mai elargito alcun risarcimento. Al contrario, il muro è in fase di completamento e la maggior parte degli Stati non ha fatto sforzi significativi per assicurare il rispetto della decisione della Corte. Broken mostra le conseguenze che il muro ha quotidianamente sulla vita delle persone. Racconta i doveri e le omissioni della comunità internazionale, attraverso le testimonianze di esperti di giurisprudenza di fama internazionale, di giudici della C.I.G., di diplomatici, periti e ufficiali dell’esercito israeliano coinvolti nella progettazione del muro. E il regista attraversa tre continenti per raggiungerli, e dare forma con le loro considerazioni al futuro del diritto internazionale e dei diritti umani e, in definitiva, della pace. |
You Come from Far Away
di Amal Ramsis|Egitto/Spagna/Qatar/Libano 2018|84’
(arabo/russo/spagnolo, sottotitoli italiano) “Immaginate di avere fratelli, ma di non poter comunicare con loro perché non parlate la stessa lingua. Immaginate di essere cresciuti senza i vostri genitori”. La citazione anticipa uno dei nodi della straordinaria storia di una famiglia palestinese, sconvolta dagli eventi drammatici che hanno dilaniato il ventesimo secolo, tanto da poterne rappresentare una sintesi. Dalla guerra civile spagnola, che il padre della protagonista Najati Sidki ha combattuto contro Franco, alla seconda guerra mondiale, alla Nakba e alla guerra civile libanese. |
About a War
di Daniele Rugo e Abi Weaver|Libano/Regno Unito 2018|82’
(arabo/inglese, sottotitoli italiano)
La guerra civile libanese, che ha lacerato la nazione e causato 250.000 morti, 1 milione di sfollati e 17.000 dispersi, ha avuto fine nel 1990 con l’accordo di Taif, che mise insieme le parti in conflitto in un governo di condivisione del potere e promulgò un’amnistia per i crimini contro i civili. About a War non si propone di dare un resoconto ufficiale del conflitto ma, attraverso le testimonianze di Assad (un ufficiale dell’intelligence cristiana di destra), Ahed (un combattente palestinese) e Nassim (un comandante comunista) dipana le motivazioni personali, il trauma e il rimpianto dei miliziani che hanno preso le armi durante la guerra civile e ricostruisce il quadro di una svolta cruciale nella storia libanese, che ha radicalmente trasformato il Medio Oriente.
Al giorno d’oggi, gli ex combattenti Ahed, Assad e Nassim lavorano per spezzare le fasi cicliche di violenza in un paese devastato dai conflitti interni, ancora segnato dalla disuguaglianza e dalla divisione settaria.
(arabo/inglese, sottotitoli italiano)
La guerra civile libanese, che ha lacerato la nazione e causato 250.000 morti, 1 milione di sfollati e 17.000 dispersi, ha avuto fine nel 1990 con l’accordo di Taif, che mise insieme le parti in conflitto in un governo di condivisione del potere e promulgò un’amnistia per i crimini contro i civili. About a War non si propone di dare un resoconto ufficiale del conflitto ma, attraverso le testimonianze di Assad (un ufficiale dell’intelligence cristiana di destra), Ahed (un combattente palestinese) e Nassim (un comandante comunista) dipana le motivazioni personali, il trauma e il rimpianto dei miliziani che hanno preso le armi durante la guerra civile e ricostruisce il quadro di una svolta cruciale nella storia libanese, che ha radicalmente trasformato il Medio Oriente.
Al giorno d’oggi, gli ex combattenti Ahed, Assad e Nassim lavorano per spezzare le fasi cicliche di violenza in un paese devastato dai conflitti interni, ancora segnato dalla disuguaglianza e dalla divisione settaria.